un_nuovo_sguardo_alla_riduzione_del_danno_da_tabacco.pdf |
SALUTE
Al momento, vista la relativamente recente affermazione sul mercato di questo prodotto, non esistono grossi studi sulla tossicità o meno derivante dall'inalazione delle sostanza contenute nelle sigarette elettroniche, in prevalenza vapore acqueo, e per quanto riguarda la tossicità di sostanze chimiche presenti, Glicol dietilenico (usato anche come addittivo alimentare con la sigla E1520), le nitrosammine e ovviamente la nicotina (contenuta anche nelle sigarette tradizionali). Non essendo contenuti, nei vapori emessi, residui di combustione come catrame, benzene e idrocarburi policiclici aromatici, i rischi per la salute, soprattutto quelli derivanti da patologie oncologiche, sono evidentemente minori. I dubbi sulla sicurezza di questi prodotti derivano dalla presenza o meno di nicotina. Tale sostanza pur non essendo cancerogena è nota per essere causa di una forte dipendenza psichica nella maggior parte dei soggetti esposti. In alcuni studi si è discusso un suo possibile ruolo nella genesi di patologie oncologiche quando associata ai composti cancerogeni della combustione, stabilendo comunque in modo conclusivo, coerentemente con studi precedenti negli animali da laboratorio, che la nicotina non è un cancerogeno, co-cancerogeno, promotore tumorale, o inibitore della cancerogenesi NNK.
Le sigarette elettroniche vengono vendute come un'alternativa al fumo di tabacco, poiché i componenti cancerogeni presenti nel fumo tradizionale sono assenti. Altro target di mercato è rappresentato dai soggetti che hanno intenzione di smettere di fumare (questo anche grazie al fatto che è possibile controllare la dose di nicotina somministrata e scalarla nel tempo, analogamente a come si fa con i cerotti transdermici o con altri presidi progettati ad Hoc dall'industria farmaceutica). Tuttavia l'Organizzazione mondiale della Sanità nel Novembre del 2010 ha dichiarato che non esistono al momento studi sull'efficacia di tale misura, e raccomanda di organizzare ulteriori studi di approfondimento sull'argomento [3].
Nel febbraio 2010 il Ministero della Sanità italiano, con nota protocollata DGPREV 0006710-P-11/02/2010, relativa all'etichettatura di preparati contenenti nicotina e sostanze pericolose (riportate nelle direttive 2001/95/CE e 1999/45/CE, adottate con Dlg 52/97) in base ai criteri richiesti dal DM del 28 aprile 1997 e suoi aggiornamenti ha chiesto a tutti i produttori di sigarette elettroniche di evidenziare su tutti i prodotti, la concentrazione di nicotina e, in caso di presenza, di apporre i necessari simboli di tossicità. È stato inoltre richiesto di evidenziare la frase "Tenere lontano dalla portata dei bambini" su tutti i prodotti posti in vendita. L'Istituto Superiore di Sanità ha inoltre affermato che non esistono dati sufficienti per escludere effetti dannosi per la salute[4].
La LIAF, Lega Italiana Anti Fumo, in collaborazione con l’Università di Catania, ha intrapreso nel 2010 uno studio sulle sigarette elettroniche. I risultati fin’ora ottenuti sono positivi[5], infatti le sigarette elettroniche non risultano tossiche, inoltre i dati preliminari degli studi attualmente in corso dimostrano che sono un valido aiuto per diminuire il numero di sigarette e per chi vuole smettere di fumare.[6]
L'uso delle sigarette elettroniche ha permesso di diminuire sostanzialmente il consumo di sigarette tradizionali senza causare effetti collaterali significativi nei fumatori che non hanno intenzione di smettere [7]
Per quanto riguarda il "vapore passivo", secondo una ricerca americana con le sigarette elettroniche non si modifica la qualità dell'aria in ambienti chiusi e il vapore emesso dalle sigarette elettroniche non è pericoloso. A dirlo è una ricerca pubblicata dalla rivista “Inhalation toxicology” ed effettuata negli Stati Uniti da ricercatori del “Consulting for Health, Air, Nature and Green Environment” del Center for Air Resources Science and Engineering e della Clarkson University. Secondo i ricercatori americani, il vapore emanato dalle sigarette elettroniche non è nocivo per le persone e non modifica la qualità dell'aria degli ambienti chiusi. Pertanto, con le sigarette elettroniche, vengono meno le condizioni di rischio derivanti dal fumo passivo. Michael Siegel, ricercatore al Department of Community Health Sciences della Boston University School of Public Health, sulla base dei suoi 25 anni di esperienza nel settore, afferma che le sigarette elettroniche possono risolvere il problema del fumo passivo.
La FDA nordamericana, in un'analisi effettuata su due marche leader, rilevò due gruppi di sostanze che considerò potenzialmente dannose: il Glicol dietilenico (È bene non confonderlo con il glicol etilenico più diffuso come additivo per liquidi di raffreddamento) e le nitrosammine. Il dipartimento della salute del Canada menziona solo la presenza del Glicol dietilenico e la necessità di effettuare ulteriori analisi.
Al momento, vista la relativamente recente affermazione sul mercato di questo prodotto, non esistono grossi studi sulla tossicità o meno derivante dall'inalazione delle sostanza contenute nelle sigarette elettroniche, in prevalenza vapore acqueo, e per quanto riguarda la tossicità di sostanze chimiche presenti, Glicol dietilenico (usato anche come addittivo alimentare con la sigla E1520), le nitrosammine e ovviamente la nicotina (contenuta anche nelle sigarette tradizionali). Non essendo contenuti, nei vapori emessi, residui di combustione come catrame, benzene e idrocarburi policiclici aromatici, i rischi per la salute, soprattutto quelli derivanti da patologie oncologiche, sono evidentemente minori. I dubbi sulla sicurezza di questi prodotti derivano dalla presenza o meno di nicotina. Tale sostanza pur non essendo cancerogena è nota per essere causa di una forte dipendenza psichica nella maggior parte dei soggetti esposti. In alcuni studi si è discusso un suo possibile ruolo nella genesi di patologie oncologiche quando associata ai composti cancerogeni della combustione, stabilendo comunque in modo conclusivo, coerentemente con studi precedenti negli animali da laboratorio, che la nicotina non è un cancerogeno, co-cancerogeno, promotore tumorale, o inibitore della cancerogenesi NNK.
Le sigarette elettroniche vengono vendute come un'alternativa al fumo di tabacco, poiché i componenti cancerogeni presenti nel fumo tradizionale sono assenti. Altro target di mercato è rappresentato dai soggetti che hanno intenzione di smettere di fumare (questo anche grazie al fatto che è possibile controllare la dose di nicotina somministrata e scalarla nel tempo, analogamente a come si fa con i cerotti transdermici o con altri presidi progettati ad Hoc dall'industria farmaceutica). Tuttavia l'Organizzazione mondiale della Sanità nel Novembre del 2010 ha dichiarato che non esistono al momento studi sull'efficacia di tale misura, e raccomanda di organizzare ulteriori studi di approfondimento sull'argomento [3].
Nel febbraio 2010 il Ministero della Sanità italiano, con nota protocollata DGPREV 0006710-P-11/02/2010, relativa all'etichettatura di preparati contenenti nicotina e sostanze pericolose (riportate nelle direttive 2001/95/CE e 1999/45/CE, adottate con Dlg 52/97) in base ai criteri richiesti dal DM del 28 aprile 1997 e suoi aggiornamenti ha chiesto a tutti i produttori di sigarette elettroniche di evidenziare su tutti i prodotti, la concentrazione di nicotina e, in caso di presenza, di apporre i necessari simboli di tossicità. È stato inoltre richiesto di evidenziare la frase "Tenere lontano dalla portata dei bambini" su tutti i prodotti posti in vendita. L'Istituto Superiore di Sanità ha inoltre affermato che non esistono dati sufficienti per escludere effetti dannosi per la salute[4].
La LIAF, Lega Italiana Anti Fumo, in collaborazione con l’Università di Catania, ha intrapreso nel 2010 uno studio sulle sigarette elettroniche. I risultati fin’ora ottenuti sono positivi[5], infatti le sigarette elettroniche non risultano tossiche, inoltre i dati preliminari degli studi attualmente in corso dimostrano che sono un valido aiuto per diminuire il numero di sigarette e per chi vuole smettere di fumare.[6]
L'uso delle sigarette elettroniche ha permesso di diminuire sostanzialmente il consumo di sigarette tradizionali senza causare effetti collaterali significativi nei fumatori che non hanno intenzione di smettere [7]
Per quanto riguarda il "vapore passivo", secondo una ricerca americana con le sigarette elettroniche non si modifica la qualità dell'aria in ambienti chiusi e il vapore emesso dalle sigarette elettroniche non è pericoloso. A dirlo è una ricerca pubblicata dalla rivista “Inhalation toxicology” ed effettuata negli Stati Uniti da ricercatori del “Consulting for Health, Air, Nature and Green Environment” del Center for Air Resources Science and Engineering e della Clarkson University. Secondo i ricercatori americani, il vapore emanato dalle sigarette elettroniche non è nocivo per le persone e non modifica la qualità dell'aria degli ambienti chiusi. Pertanto, con le sigarette elettroniche, vengono meno le condizioni di rischio derivanti dal fumo passivo. Michael Siegel, ricercatore al Department of Community Health Sciences della Boston University School of Public Health, sulla base dei suoi 25 anni di esperienza nel settore, afferma che le sigarette elettroniche possono risolvere il problema del fumo passivo.
La FDA nordamericana, in un'analisi effettuata su due marche leader, rilevò due gruppi di sostanze che considerò potenzialmente dannose: il Glicol dietilenico (È bene non confonderlo con il glicol etilenico più diffuso come additivo per liquidi di raffreddamento) e le nitrosammine. Il dipartimento della salute del Canada menziona solo la presenza del Glicol dietilenico e la necessità di effettuare ulteriori analisi.
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